TRIAL SULLA DM1
Il Trial sulla DM1 condotto dalla casa farmaceutica IONIS, era stato sospeso poiché il farmaco testato su un gruppo di pazienti americani non aveva dato i risultati attesi in termini di scomparsa o riduzione significativa della miotonia e della distrofia muscolare nonostante l’impiego di dosi significative del farmaco. Questi dati apparentemente negativi hanno però permesso di mettere a fuoco il percorso terapeutico da perseguire nel nuovo Trial.
Durante il Consorzio la IONIS ha ribadito la sua ferma volontà a continuare la ricerca e attualmente sta eseguendo uno studio pre-clinico sul modello animale della DM1 impiegando un amplificatore (LICA) del farmaco già testato (DMPK2rx-Ionis), per migliorarne la potenza e l’effetto terapeutico.
La somministrazione del LICA sul modello animale ha dimostrato che se coniugato con il farmaco DMPK2rx-IONIS ne aumenta in modo significativo l’effetto terapeutico, suggerendo l’impiego della coniugazione dei due farmaci nel futuro Trial per la DM1.
Alla domanda di un malato sulla tempistica di questa nuova fase, la Dott.ssa Mignon, Direttore del Settore Sviluppo Clinico della Ionis, non si è sbilanciata, spiegando che innanzitutto dovrà essere conclusa la fase pre-clinica. Se questa darà i risultati sperati, la Ionis potrà sottoporre la richiesta di autorizzazione del nuovo Trial alla FDA (Agenzia americana regolatrice del farmaco) ottenuta la quale il nuovo Trial potrà iniziare.
RICERCA DI BASE
I biomarcatori
Attraverso i biomarcatori (su siero, plasma, urina, ecc.) è possibile monitorare lo stadio della malattia e l’effetto di eventuali terapie. Durante l’IDMC-11 sono emerse alcune novità in questo campo:
- Biomarcatore sul plasma: nel lavoro presentato dalla dott.ssa Perfetti, dell’IRCCS Policlinico san Donato, sono stati riportati i risultati dei prelievi sul plasma effettuati su 103 DM1 e 30 DM2. Dallo studio è emerso che un gruppo di 8 microRNA presentano una anomala regolazione in tutti i pazienti DM1 e DM2, correlando con la forza muscolare e il livello serico delle CPK. La possibilità di utilizzare i microRNA contenuti nel plasma come biomarcatore può permettere di monitorare l’evoluzione della malattia con un esame meno invasivo della biopsia muscolare.
- Biomarcatore sulle urine: un gruppo di ricercatori del Massachusset General Hospital di Boston ha identificato nelle urine di pazienti DM1 diversi biomarcatori (10 trascritti) che sono regolati in modo diverso rispetto sia a pazienti affetti da altre patologie neuromuscolari sia rispetto ai controlli. Questi biomarcatori, reperiti in un liquido che non richiede l’impiego di tecniche invasive, potrebbero essere utilizzati per monitorare la risposta a terapie geniche e anche in pazienti affetti dalle forme congenite ed infantili, per i quali la biopsia muscolare rappresenta una tecnica molto invasiva.
ALTRI STUDI
- Compromissione cerebrale nella DM1: uno studio longitudinale canadese, che ha valutato per 13 anni 50 DM1 con fenotipo adulto (forme giovanile e adulta), ha dimostrato un significativo peggioramento delle funzioni frontali cognitive con gli anni.
- Registro DM francese sulle forme pediatriche: dall’esame di questo registro, costituito da 314 pazienti, è emerso che la trasmissione paterna della forma congenita è presente in circa il 13% dei casi, più di quanto si presumeva, attribuendo la trasmissione della forma congenita quasi esclusivamente alla madre (99%). Questo nuovo dato ribadisce l’importanza del “genere” nella trasmissione della malattia. Inoltre dallo stesso registro è emerso uno spettro di alterazioni nello sviluppo cerebrale rappresentato da una lentezza del ragionamento (83%), deficit attentivi (64%), linguaggio scritto (64%) e linguaggio parlato (63%) e solo il 5% con spettro autistico. Anche la presenza della compromissione di altri apparati (sintomi gastrointestinali 27%; cataratta 7%) è risultata più frequente di quanto si potesse presumere.
Maggior numero di pazienti afferiscono ai Registri di malattia, maggiori sono i dati clinici e le informazioni che vengono raccolte: ciò può servire a delineare un quadro di malattia più approfondito, a indirizzare la ricerca di base e clinica, ad avere un database aggiornato da usare per eventuali Trial terapeutici.
In Italia vi è un Registro Nazionale per le Distrofie Miotoniche a cui è importante che i pazienti aderiscano al fine di creare una fonte globale e unificata di dati anagrafici, genetici, clinici e relativi alla qualità di vita, raccolti ordinatamente e mantenuti costantemente aggiornati. Per saperne di più.
A breve verranno pubblicate altre novità dall’IDMC-11