Ad inizio gennaio il Commissario Arcuri ha annunciato che, a partire da febbraio, il vaccino sarà somministrato anche alle persone con disabilità e ai loro “accompagnatori”. Mancano tuttavia i dettagli, le note operative, come pure qualcosa che sia nero su bianco.
Le Consulte evidenziano che nel piano nazionale delle vaccinazioni anti Covid al momento non si fa alcun riferimento esplicito alle persone con disabilità e a chi li assiste. Attualmente, nell’elenco delle categorie prioritarie per la somministrazione del vaccino ci sono, come è noto, il personale sanitario, i residenti e il personale delle Rsa, le persone in età avanzata.
3 PUNTI DA CHIARIRE
Una serie di interrogativi vengono posti anche dall’Associazione Italiana Persone Down. L’Associazione mette in luce 3 punti sui quali chiede di precisare la questione:
1. Chi sono gli accompagnatori?:
Occorre che sia specificato che il riferimento non è solo alle persone con disabilità che vivono nelle strutture residenziali, ma anche a chi vive in casa e ai loro assistenti, familiari e non;
2. Il consenso informato:
Occorre che siano date indicazioni operative al più presto, perché le famiglie siano ben informate e possano prepararsi;
3. il requisito anagrafico:
Anche prima dei 40 anni le persone con disabilità sono maggiormente esposte al rischio di complicazioni e decessi in caso di contagio e devono quindi assolutamente essere protette.