Fattori di rischio per cadute in DM
Le cadute sono un fattore di rischio ben noto per i pazienti con DM. I fattori associati alle cadute nei pazienti con DM1 includono la debolezza muscolare, problematiche nella deambulazione compresa la velocità, compromissione reale dell’equilibrio e sicurezza nell’equilibrio. Un recente studio ha stimato il rapporto di rischio per cadute e fratture rispettivamente per le cadute del 30% -72% e per le conseguenti fratture dell’11% -17%. I dati sulle cadute nei pazienti con DM2 non sembrano essere disponibili. Nel complesso, una migliore comprensione dell’incidenza, delle circostanze e delle conseguenze delle cadute è essenziale per migliorare la qualità della vita di coloro che vivono con DM1 e DM2.
Ultimamente la dott.ssa Corinne Horlings e colleghi (Università Radboud e Università di Innsbruck) hanno completato uno studio prospettico che è servito per approfondire il problema delle cadute in una coorte di pazienti DM1 (n = 102), pazienti DM2 (n = 42), e controlli sani (n = 65) . I dati sulle cadute auto-segnalate durante l’anno precedente sono stati raccolti in modo prospettico, mentre le nuove cadute sono state valutate in un intervallo di 100 giorni.
Il team di ricerca ha scoperto che i pazienti DM1 e DM2 hanno entrambi mostrato una maggiore frequenza di cadute, con aumento del 7 e 8% rispetto ai controlli sani. Circa un terzo di entrambi i gruppi DM è caduto almeno una volta, con circa il 17% di ciascun gruppo che è caduto almeno due volte durante il periodo di studio prospettico di 100 giorni. La maggior parte (due terzi) delle cadute si è verificata all’interno delle abitazioni o edifici.
Circostanze e conseguenze delle cadute
La valutazione delle circostanze delle cadute ha mostrato che i “fattori estrinseci” – pavimenti scivolosi o oggetti sul pavimento – erano associati alla maggiore percentuale di cadute (55% in DM1, 46% in DM2). La maggior parte delle altre cadute sono state attribuite a “fattori intrinseci”: stordimento, affaticamento, debolezza o rigidità.
Per quasi la metà delle cadute (40% in DM1, 46% in DM2), i pazienti hanno richiesto assistenza per riconquistare la posizione eretta. Inoltre, sono risultate lesioni per il 50% delle cadute, sebbene la maggior parte fosse di lieve entità (quattro pazienti hanno subito un trauma cranico). I pazienti con DM1 avevano una storia di malattia di lunga durata, erano più deboli, avevano meno fiducia nel proprio equilibrio (spesso usando un ausilio per camminare).
La ricerca ha evidenziato un’incidenza sostanzialmente maggiore di cadute tra i pazienti DM1 e DM2 rispetto a controlli sani, con la maggior parte delle cadute che si sono verificate al chiuso, in un ambiente familiare. L’elevato tasso di infortuni da cadute rafforza i rischi affrontati dai pazienti con DM. Un aspetto non trattato nello studio è l’assenza di dati sul deterioramento cognitivo, potenzialmente un fattore chiave per le cadute.
Alcuni suggerimenti per prevenire le cadute
• Esercizio aerobico e di resistenza di intensità moderata o bassa, se possibile minimizzando le attività sedentarie. Prendere in considerazione una valutazione cardiaca prima di iniziare una nuova routine di allenamento;
• Dispositivi di assistenza e adattamento come ortesi, apparecchi ortopedici, bastoncini, deambulatori, stecche per le mani, ecc .
• Se necessario, intervenire per migliorare l’ambiente domestico.
The Mytonic Dystrophies: Richard Moxley, James E. Hilbert, Giovanni Meola
Pubblicato sul secondo volume “Rosemberg’s, Molecular and genetic basis of neurological and psychiatric disease”,il capitolo “The myotonic Dystrophies” con autori R.T. Moxley III, J.E. Hilbert dell’Università di Rochester (NY) e Giovanni Meola, fondatore e presidente della FMM ETS.