Le canalopatie sono malattie miotoniche non distrofiche ereditarie causate da alterazioni a carico dei canali ionici muscolari. Nelle canalopatie muscolari una mutazione del DNA porta alla formazione di un canale ionico alterato che porta all’alterazione del funzionamento della cellula muscolare che si esprime con paralisi periodiche (eccitabilità elettrica diminuita) o fenomeni miotonici (eccitabilità elettrica aumentata).
Ad oggi, nonostante una cura definitiva per le malattie miotoniche non sia ancora presente, il fenomeno miotonico può essere trattato con l’utilizzo di alcuni farmaci. Il farmaco maggiormente utilizzato è la mexiletina, un farmaco antiaritmico che agisce bloccando i canali del sodio e portando quindi ad un miglioramento del fenomeno miotonico. Tuttavia, negli ultimi anni è emerso che diverse mutazioni anche negli stessi canali ionici possono rispondere in maniera diversa ai farmaci, suggerendo quindi l’importanza di un trattamento farmacologico individuo specifico.
Negli ultimi anni, la Fondazione Malattie Miotoniche ha sostenuto attivamente diversi progetti volti alla migliore caratterizzazione dei diversi fenotipi di miotonie (per saperne di più: https://www.fondazionemalattiemiotoniche.org/un-progetto-individuare-la-corretta-terapia-nelle-canalopatie/). Scopo di questi progetti è quello di comprendere meglio il meccanismo che porta dalla mutazione sul gene all’alterata funzionalità del canale in modo da poter individuare il farmaco più adatto per il trattamento del sintomo miotonico.
Ad oggi, infatti, oltre alla mexiletina sono stati individuati altri farmaci con effetto antimiotonico, quali ad esempio la flecainide, anche essa un farmaco antiaritmico, e alcuni farmaci antiepilettici come la lamotrigina. Obiettivo della comunità scientifica internazionale è quindi quello di individuare il farmaco “migliore” per il trattamento di ogni singola mutazione che porta a miotonia.
A questo proposito, è stato recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Pharmacological research un lavoro volto alla caratterizzazione farmacogenetica del canale del sodio muscolare, dal titolo “Pharmacogenetics of myotonic hNav1.4 sodium canne variants situated near the fast inactivation gate”.
In questo studio, gli autori hanno voluto caratterizzare dal punto di vista farmacologico le mutazioni che sono localizzate in una particolare zona del canale, quella responsabile della sua inattivazione. In questo studio sono state studiate 7 diversi mutazioni che sono state ottenute dal database italiano e francese delle canalopatie. Le mutazioni sono state quindi studiate tramite tecniche di elettrofisiologia, che hanno mostrato che tutte portano ad un’alterazione dell’inattivazione del canale del sodio muscolare, che è quindi responsabile della miotonia. Gli autori hanno inoltre mostrato che la flecainide, è in grado di agire in maniera specifica su queste mutazioni, dove riduce il fenomeno miotonico e potrebbe essere quindi usata come alternativa alla mexiletina.
Anche questo lavoro conferma quindi che una terapia mutazione-specifica potrebbe migliorare il sintomo miotonico e conseguentemente la qualità di vita dei pazienti affetti da canalopatie.
Al seguente link si può trovare il testo completo dell’articolo: https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1043661818315172?via%3Dihub
The Mytonic Dystrophies: Richard Moxley, James E. Hilbert, Giovanni Meola
Pubblicato sul secondo volume “Rosemberg’s, Molecular and genetic basis of neurological and psychiatric disease”,il capitolo “The myotonic Dystrophies” con autori R.T. Moxley III, J.E. Hilbert dell’Università di Rochester (NY) e Giovanni Meola, fondatore e presidente della FMM ETS.